Fernando Pessoa - Poesie
Stanchezza
Quello che c'è in me è soprattutto stanchezza
non di questo o di quello
e neppure di tutto o di niente:
stanchezza semplicemente, in sé,
stanchezza.
La sottigliezza delle sensazioni inutili,
le violente passioni per nulla,
gli amori intensi per ciò che si suppone in qualcuno,
tutte queste cose -
queste e cio' che manca in esse eternamente -
tutto ciò produce stanchezza,
questa stanchezza,
stanchezza.
C'è senza dubbio chi ama l'infinito,
c'è senza dubbio chi desidera l'impossibile,
c'è senza dubbio chi non vuole niente -
tre tipi di idealisti, e io nessuno di questi:
perchè io amo infinitamente il finito,
perchè io desidero impossibilmente il possibile,
perchè voglio tutto, o ancora di più, se può essere,
o anche se non può essere...
E il risultato?
Per loro la vita vissuta o sognata,
per loro il sogno sognato o vissuto,
per loro la media fra tutto e niente, cioè la vita...
Per me solo una grande, una profonda,
e, ah, con quale felicità, infeconda stanchezza,
una supremissima stanchezza,
issima, issima, issima,
stanchezza...
Tutte le lettere d'amore
Tutte le lettere d’amore sono
ridicole.
Non sarebbero lettere d’amore se non fossero
ridicole.
Anch’io ho scritto ai miei tempi lettere d’amore,
come le altre,
ridicole.
Le lettere d’amore, se c’è l’amore,
devono essere
ridicole.
Ma dopotutto
solo coloro che non hanno mai scritto
lettere d’amore
sono
ridicoli.
Magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo
senza accorgermene
lettere d’amore
ridicole.
La verità è che oggi
sono i miei ricordi
di quelle lettere
a essere ridicoli.
(Tutte le parole sdrucciole,
come tutti i sentimenti sdruccioli,
sono naturalmente ridicole).
Magnificat
Quando passerà questa notte interna, l’universo,
e io, l’anima mia, avrò il mio giorno?
Quando mi desterò dall’essere desto?
Non so. Il sole brilla alto:
impossibile guardarlo.
Le stelle ammiccano fredde:
impossibile contarle.
Il cuore batte estraneo:
impossibile ascoltarlo.
Quando finirà questo dramma senza teatro,
o questo teatro senza dramma,
e potrò tornare a casa?
Dove? Come? Quando?
Gatto che mi fissi con occhi di vita,
chi hai là in fondo?
Si, sì, è lui!
Lui, come Giosuè, farà fermare il sole
e io mi sveglierò;
e allora sarà giorno.
Sorridi nel sonno, anima mia!
Sorridi anima mia: sarà giorno!
Ho pena delle stelle
Ho pena delle stelle
che brillano da tanto tempo,
da tanto tempo...
Ho pena delle stelle.
Non ci sarà una stanchezza
delle cose,
di tutte le cose,
come delle gambe o di un braccio?
Una stanchezza di esistere,
di essere,
solo di essere,
l’essere triste lume o un sorriso...
Non ci sarà dunque,
per le cose che sono,
non la morte, bensì
un’altra specie di fine,
o una grande ragione:
qualcosa così, come un perdono?
Nulla
Gli angeli vennero a cercarla
La trovarono al mio fianco,
lì dove le sue ali l'avevano guidata.
Gli angeli vennero per portarla via.
Aveva lasciato la loro casa,
il loro giorno più chiaro
ed era venuta ad abitare presso di me.
Mi amava perché l'amore
ama solo le cose imperfette.
Gli angeli vennero dall'alto
e la portarono via da me.
Se la portarono via per sempre
tra le ali luminose.
É vero che era la loro sorella
e così vicina a Dio come loro.
Ma mi amava perché
il mio cuore non aveva una sorella.
Se la portarono via,
ed è tutto quel che accadde.
Autopsicografia
Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.
E quanti leggono ciò che scrive,
nel dolore letto sentono proprio
non i due che egli ha provato,
ma solo quello che essi non hanno.
E così sui binari in tondo
gira, illudendo la ragione,
questo trenino a molla
che si chiama cuore
Amo tutto ciò che è stato
Amo tutto ciò che è stato,
tutto quello che non è più,
il dolore che ormai non mi duole,
l’antica e erronea fede,
l’ieri che ha lasciato dolore,
quello che ha lasciato allegria
solo perché è stato, è volato
e oggi è già un altro giorno
Voglio, avrò
Voglio, avrò -
se non qui,
in altro luogo che ancora non so.
Niente ho perduto.
Tutto sarò
La morte è la curva della strada
La morte è la curva della strada,
morire è solo non essere visto.
Se ascolto, sento i tuoi passi
esistere come io esisto.
La terra è fatta di cielo.
Non ha nido la menzogna.
Mai nessuno s’è smarrito.
Tutto è verità e passaggio.
Questo
Dicon che fingo o mento
quanto io scrivo. No:
semplicemente sento
con l'immaginazione,
non uso il sentimento.
Quanto traverso o sogno,
quanto finisce o manco
è come una terrazza
che dà su un'altra cosa.
É questa cosa che è bella.
Così, scrivo in mezzo
a quanto vicino non è:
libero dal mio laccio,
sincero di quel che non è.
Sentire? Senta chi legge.
Il violinista pazzo
Non fluì dalla strada del nord nè dalla via del sud
la sua musica selvaggia per la prima volta nel villaggio quel giorno.
Egli apparve all'improvviso nel sentiero, tutti uscirono ad ascoltarlo,
all'improvviso se ne andò, e invano sperarono di rivederlo.
La sua strana musica infuse in ogni cuore un desiderio di libertà.
Non era una melodia, e neppure una non melodia.
In un luogo molto lontano in un luogo assai remoto,
costretti a vivere, essi sentirono una risposta a questo suono.
Risposta a quel desiderio che ognuno ha nel proprio seno,
il senso perduto che appartiene alla ricerca dimenticata.
La sposa felice capì d'essere malmaritata,
l'appassionato e contento amante si stancò di amare ancora,
la fanciulla e il ragazzo furono felici d'aver solo sognato,
i cuori solitari che erano tristi si sentirono meno soli in qualche luogo.
In ogni anima sbocciava il fiore che al tatto lascia polvere senza terra,
la prima ora dell'anima gemella, quella parte che ci completa,
l'ombra che viene a benedire dalle inespresse profondità lambite
la luminosa inquietudine migliore del riposo.
Così come venne andò via.
Lo sentirono come un mezzo-essere.
Poi, dolcemente, si confuse con il silenzio e il ricordo.
Il sonno lasciò di nuovo il loro riso,
morì la loro statica speranza,
e poco dopo dimenticarono che era passato.
Tuttavia, quando la tristezza di vivere, poichè la vita non è voluta,
ritorna nell'ora dei sogni, col senso della sua freddezza,
improvvisamente ciascuno ricorda
- risplendente come la luna nuova dove il sogno-vita diventa cenere -
la melodia del violinista pazzo.
Playlist
Anne Sophie Mutter plays Giuseppe Tartini's Devil's Trill IV movement
Massimo Quarta plays Niccolò Paganini's Caprice N. 5
Valeri Glava plays Alfonso Montes' Milonga al Sur
Zino Francescatti plays Antonio Bazzini's La Ronde des Lutins
Itzhack Perlman plays Sergei Rachmaninoff's Vocalise
Itzhack Perlman plays Scent of a woman's Tango